Nel panorama nazionale dell’associazionismo forense, da oramai cinque anni, è presente Avvocatura per i Diritti LGBTI, il sodalizio fra avvocate, avvocati e praticanti che ha quale scopo sociale quello di contribuire a sviluppare e diffondere la cultura e il rispetto dei diritti delle persone omosessuali, bisessuali, transessuali, intersessuali e transgender [1] sia a livello nazionale che internazionale, promuovendone in particolare lo studio, la conoscenza e la difesa tra tutti gli operatori del diritto e sollecitando l’attenzione del mondo giudiziario verso il rispetto delle diversità.
A tali fini aggiorna costantemente il proprio sito www.retelenford.it con dottrina, giurisprudenza e articoli informativi sulle novità in tema di diritti LGBT in tutto il mondo e organizza convegni e seminari di formazione, in collaborazione con vari enti, tra i quali la Scuola Superiore dell’Avvocatura, gli Ordini professionali e le associazioni rappresentative degli operatori del diritto. Sostiene e incoraggia la pubblicazione di libri e articoli scientifici, dispone di un proprio canale youtube (ove vengono caricati gli audio e i video degli eventi realizzati) e di un profilo facebook con funzione divulgativa.
Tra i principali convegni organizzati nel 2012, ha tenuto a Bologna quello dal titolo “Il diritto delle coppie dello stesso sesso alla vita familiare – Profili giurisprudenziali”, col patrocinio del Comune e dell’Associazione Sindacale Avvocati di Bologna e dell’Emilia Romagna, che ha visto la partecipazione di oltre 150 colleghe e colleghi e i cui atti sono di imminente pubblicazione.
L’Associazione ha inoltre istituito un Centro europeo di documentazione giuridica sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, con sede a Bergamo, a disposizione, con la sua cospicua biblioteca tematica, di studenti universitari, ricercatori e operatori del diritto e ha realizzato diversi progetti sia in ambito comunitario che nazionale, quali, ad esempio, “Equal-Jus” per la creazione di un network europeo per il supporto in ambito legale dei diritti delle persone LGBT (www.equal-jus.eu) e “Fleeing Homophobia” per lo studio comparato del diritto alla protezione internazionale in ragione dell’orientamento sessuale del richiedente all’interno dell’Unione Europea [2].
Le Avvocate e gli Avvocati di Avvocatura per i Diritti LGBTI hanno inoltre prestato la loro assistenza nel corso della campagna giudiziaria per il riconoscimento del diritto al matrimonio per le coppie dello stesso sesso, denominata Affermazione civile: iniziativa che oltre a generare, a livello nazionale, un approfondito dibattito scientifico, ha prodotto la prima sentenza della Corte Costituzionale sul tema delle unioni omosessuali, la n. 138 del 2010, che ha riconosciuto il diritto fondamentale per le persone gay e lesbiche di “vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico, con connessi diritti e doveri”.
L’Associazione ha sede legale a Bergamo ed è presente, con un centinaio di aderenti, in una trentina di Fori italiani, tra i quali Bologna. E’ aperta al contributo di tutti quanti vogliano aderire e collaborare, a qualsiasi livello.
Da sempre senza scopo di lucro, è iscritta nel registro prefettizio delle associazioni di promozione sociale e si finanzia con il provento delle iscrizioni, con i contributi ricevuti grazie al 5 per mille, con i fondi elargiti per la realizzazione dei progetti su bandi pubblici e con le donazioni di privati e aziende.
Essa ha costituito e gestisce una rete di professionisti (avvocati e non) sviluppata su tutto il territorio nazionale, che si occupa della tutela e del sostegno, in ambito giudiziale e stragiudiziale, dei diritti delle persone LGBTI, denominata Rete Lenford, a ricordo di Harvey Lenford, giovane attivista jamaicano, che si è speso per i diritti delle persone sieropositive e omosessuali, assassinato nel 2005 a causa del suo orientamento sessuale.
Alla Rete aderiscono sia, di diritto, le socie ed i soci di Avvocatura per i Diritti LGBTI, sia, su domanda, coloro che, pur non potendo o volendo impegnarsi nell’attività associativa, desiderano comunque approfondire i temi e le problematiche giuridiche legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere, nonché coordinarsi per fornire assistenza in relazione a queste particolari tematiche, che peraltro spaziano in numerosi campi del diritto.
Nell’ambito del diritto civile, infatti, al fine di sopperire all’attuale vuoto normativo, vengono consigliate le migliori modalità per dare una veste giuridica, anche con apposite scritture private autenticate, ai rapporti tra conviventi omosessuali more uxorio, anche con riguardo all’ipotesi della amministrazione di sostegno e della tutela di eventuali figli minori.
Si suggeriscono opportune clausole testamentarie ed idonei istituti giuridici tesi alla tutela delle sopravvissute e dei sopravvissuti cui l’utente è legato da vincoli omoaffettivi e garantita assistenza giudiziale e stragiudiziale in materia successoria e testamentaria.
Grazie al notevole know how acquisito in materia di matrimonio same sex contratto all’estero e di genitorialità, vengono fornite informazioni alle coppie lesbiche o gay che si rivolgono alla Rete per un consiglio o un aiuto, facendo apprezzare le differenze esistenti fra i singoli paesi e informandole circa le migliori tutele approntabili per i figli concepiti all’estero mediante tecniche di procreazione medicalmente assistita.
D’altra parte, la Rete offre assistenza in materia di separazioni e divorzi quando uno dei coniugi si scopra omosessuale o transessuale, facendo sempre attenzione, tra l’altro, che venga sempre assicurato il diritto all’affidamento condiviso.
Si attiva inoltre, anche al di fuori di tali giudizi, perché venga assicurato in ogni caso il rispetto dei diritti dei genitori LGBTI nei confronti dei propri figli minori nati in costanza di matrimonio o al di fuori di esso.
Viene garantito il necessario sostegno giuridico in ambito endofamiliare, quando la presa di coscienza dell’orientamento o dell’identità sessuale di uno dei componenti la famiglia crea allontanamenti forzati, violazioni di diritti (compreso quello agli alimenti), violenze, veri e propri casi di stalking.
Viene poi fornita assistenza giudiziale nei procedimenti tesi ad ottenere la rettificazione di sesso e supporto stragiudiziale in relazione a successivi eventuali adempimenti e rettifiche su atti pubblici e privati.
L’attività della Rete spazia poi anche nell’ambito del diritto del lavoro, ove sussiste, invero, l’unica disposizione normativa, di derivazione comunitaria, che fa espresso riferimento alla discriminazione fondata sull’orientamento sessuale.
In tale materia l’attività è orientata sia alla tutela della parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro della lavoratrice o del lavoratore omosessuale o transessuale (qualora essa/o subisca, in ragione del suo orientamento o identità sessuale, comportamenti discriminatori quali demansionamenti, trasferimenti, comportamenti mobbizzanti, licenziamenti), sia al riconoscimento, anche per i lavoratori omosessuali, degli stessi diritti vigenti per quelli eterosessuali, nell’ambito, ad esempio, del congedo matrimoniale, della copertura sanitaria ed assicurativa, dei permessi, dei trasferimenti per ricostituzione del nucleo familiare.
Sotto il profilo del diritto dell’immigrazione, tra l’altro, viene garantita assistenza sia nel caso di ricongiungimenti familiari per le coppie sposate o unite da istituti paramatrimoniali all’estero, sia in materia di protezione internazionale, affinché venga garantito il diritto di asilo a straniere e stranieri omosessuali o transessuali discriminate/i o addirittura penalmente perseguite/i nei palesi di origine in ragione del loro orientamento o identità sessuale.
Nell’ambito penale, viene assicurata la difesa in caso di aggressioni fisiche o verbali di matrice omofobica, di diffamazioni o ingiurie motivate dall’orientamento o dall’identità sessuale della persona offesa ovvero di lesione del proprio diritto alla riservatezza.
Vengono inoltre tutelate le persone LGBTI indagate/imputate per reati connessi alla morale sessuale (quali atti osceni in luogo pubblico), che spesso vengono discriminate rispetto alle perone eterosessuali che agiscono condotte corrispondenti, e fornita assistenza a soggetti LGBTI reclusi, affinché possano essere loro riconosciuti, in ambito carcerario, diritti corrispondenti a quelli delle persone eterosessuali, in relazione, ad esempio, alle visite delle persone cui sono legati sentimentalmente, ai trattamenti sanitari, al rispetto della propria identità personale.
Per favorire il contatto diretto degli utenti con la Rete Lenford è stato istituito un indirizzo di posta elettronica a ciò dedicato, sos@retelenford.it, utilizzabile anche grazie all’apposito link sul sito dell’associazione. Le email che giungono, ove venga richiesta la prestazione professionale di un avvocato, vengono smistate, secondo una rigida turnazione ed in base al criterio territoriale della residenza dell’utente, tra tutti gli aderenti, che volta per volta, liberamente su ogni singolo caso, esprimono la propria disponibilità, in virtù delle proprie competenze specifiche e del tempo che hanno a disposizione.
Per l’attività resa al cliente grazie alla segnalazione giunta tramite sos@retelenford.it, per regolamento interno di Rete Lenford, non può essere richiesta una remunerazione maggiore di quella corrispondente al minimo delle abrogate tariffe professionali forensi.
L’adesione alla Rete Lenford, così come l’iscrizione alla associazione Avvocatura per i Diritti LGBTI, è libera e condizionata soltanto al versamento del contributo annuale ed al costante aggiornamento sulle tematiche della tutela dei diritti delle persone LGBTI. Ai soci di Avvocatura è inoltre richiesto un impegno diretto nella vita dell’associazione e nell’organizzazione delle sue molteplici iniziative.
Sono già previsti, per i prossimi mesi, nuovi seminari a Bologna, mentre costante è l’attività formativa a Bergamo e su tutto il territorio nazionale. L’ultimo convegno, tenutosi a fine novembre a Bari, con la collaborazione della Fondazione Scuola Forense Barese, ha trattato il tema dell’omofobia e ha visto, tra gli altri, gli interventi del Vicecapo della Polizia Francesco Cirillo e del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che hanno apportato un interessante contributo, non meno prezioso di quello offerto dagli avvocati, dai professori universitari e dai magistrati che hanno partecipato quali relatori.
Note:
[1] Per omosessualità si intende l’attrazione sentimentale e/o sessuale verso individui dello stesso sesso, nel caso della bisessualità tale attrazione è rivolta indifferentemente verso soggetti del proprio o dell’altrui sesso; diversamente, il transessualismo è la percezione del proprio sesso psicologico come differente dal proprio sesso fisico apparente, mentre l’intersessualità è la situazione in cui, per motivi biologici, di natura genetica od ormonale, una persona ha in sé contemporaneamente caratteri e caratteristiche sessuali sia maschili che femminili.
In relazione alla omosessualità e della bisessualità, in ambito scientifico e normativo, si parla di orientamento sessuale di una persona, mentre per il transessualismo e l’intersessualità si usa il termine di identità sessuale.
Il transgenderismo è, invece una filosofia di vita, che propone una visione dei sessi e dei generi fluida e che rivendica il diritto di ogni persona di situarsi in qualsiasi posizione intermedia fra gli estremi “maschio/femmina” stereotipati senza per questo dover subire stigma sociale o discriminazione.
[2] Il rapporto è consultabile e scaricabile in pdf al link http://www.retelenford.it/sites/retelenford.it/files/Report-FH.pdf